STEP #02: storia della parola

Il verbo che stiamo analizzando “irrigare”, come si può notare nello step precedente, deriva dal latino classico irrigare, termine composto da in + rigare che tradotto significa “far scorrere in canali”. La prima parola è una preposizione, la seconda invece è un verbo che indica l’azione di segnare tracciando una o più righe. Proviamo quindi a capire come è stata creata questa fusione linguistica, partendo dal presupposto che questo termine sia stato coniato con la nascita dell’agricoltura. 
L’irrigazione è una pratica molto antica, risale a circa diecimila anni fa (età Neolitica) nelle valli che si trovano tra il Tigri e l’Eufrate, la cosiddetta Mezzaluna fertile. Proprio qui i primi coltivatori dell’Eurasia pensarono di coltivare il terreno vicino ai fiumi, dove la piovosità è quasi nulla, usufruendo delle loro piene primaverili. L’uso delle piene avrebbe permesso la regolamentazione, l’organizzazione di numerose masse di lavoratori e la costruzione di grandi depositi per raccogliere il prodotto che maturava in due o tre settimane circa, ma che era sufficiente per l’alimentazione di tutte le popolazioni limitrofe per l’intero anno. Si può sostenere, quindi, che se la nascita dell’agricoltura aveva imposto la dimora stabile a molti coltivatori e determinato la nascita dei primi villaggi, quella dell’irrigazione impose la nascita della città, con tutti gli apparati amministrativi necessari a distribuire i frutti della terra e a difendere le aree coltivate dalle razzie dei popoli pastori. 
La prima civiltà irrigua nacque così in Mesopotamia e fu subito copiata in Egitto e successivamente, oltre un millennio più tardi, in Asia con la civiltà del riso; dopo due millenni arrivò anche in Messico e Perù con il mais. 
Nell’Occidente invece l’irrigazione si è sviluppata lentamente. Nel Mediterraneo fu introdotta dagli Arabi in particolar modo in Andalusia e in Sicilia. Da qui iniziò a diffondersi e fu così che si sviluppò l’irrigazione padana, il fattore che assicurò all’Italia un notevole vantaggio economico su tutti gli altri paesi del Continente; troviamo prova di ciò negli splendori del Basso Medioevo e del Rinascimento. Il primo agronomo ad attestarne il ruolo in termici economici e demografici fu Agostino Gallo nel Cinquecento. Nei secoli a venire l’irrigazione ebbe sviluppi significativi: la sua crescita esponenziale iniziò dall’inizio del Novecento fino al Duemila. 
In quattromila anni l’uomo ha costruito dighe e canali per irrigare centinaia di milioni di ettari di terreno. Al giorno d’oggi su 260 milioni di ettari vengono utilizzati, annualmente, 3100 chilometri cubici d’acqua, che equivalgono al 70 per cento delle disponibilità mondiali.

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